LA BASILICA: IL PRIMO STUDIO DI REGISTRAZIONE

La “Basilica” è la chiesa di S.Paolo Converso, all’incrocio fra Corso Italia e piazza Sant’Eufemia, a Milano. Un esempio di manierismo lombardo poi rivisitato con molti elementi barocchi, a cominciare dalla facciata. L’edificazione della chiesa è legata al preesistente convento della Congregazione delle Angeliche, istituto religioso dedito all’educazione delle fanciulle fondato nel 1530 da Ludovica Torelli, Contessa di Guastalla.

La posa della prima pietra risale al 1549. Nel 1960, la parte corrispondente al coro, quella originariamente riservata alle monache, diventò sala di registrazione della Emi/La Voce del Padrone.

Nel 1968, il Direttore artistico della La Voce del Padrone, Mr. John Lee, decise di vendere lo studio, completo di tutte le attrezzature. L’acquisizione da parte della PDU – attiva da un anno e in cerca di una sala di registrazione – si deve a Giacomo Mazzini.

Gli studi della “Basilica”, ai tempi dell’acquisizione, erano la copia esatta degli Abbey Road Studios londinesi. Lo conferma Abramo Pesatori, coinvolto da Mazzini nel ruolo di responsabile tecnico di sala: “C’erano due registratori a quattro piste della Telefunken e un banco di regia a valvole, che abbiamo usato solo qualche anno. – Quando dalle valvole si è passati ai transistor, il banco ha mostrato i suoi anni.

Lo abbiamo rimpiazzato con un Trident inglese composto da 32 canali su 24 uscite e un 16 piste Ampex, con cui siamo andati avanti fino al 1981. La Emi ci favorì anche il ritiro di un transfer Scully, da me integrato con la parte elettronica della più quotata Neumann”. 

Come tecnico del suono fu ingaggiato Nuccio Rinaldis, da anni figura di riferimento per le incisioni di Mina negli studi Fonorama. La “Basilica”, situata nel coro della chiesa di San Paolo, era un ambiente molto spazioso, alto e austero, adatto in modo particolare alla registrazione della musica classica. Con opportune modifiche strutturali (cabine per la batteria) e adeguate pannellature, nei primi mesi del ’69 lo studio divendò operativo. 

La “Basilica” era bipartita, con sala di regia (o control room) e sala di ripresa (o live room). La prima – la sala di regia – era la stanza insonorizzata destinata ai fonici, munita di registratori multitraccia, banco mixer, dispositivi per i vari effetti e diffusori. La seconda – la sala di ripresa, isolata acusticamente da quella di regia – era il luogo destinato a cantanti e strumentisti, con i vari settori delimitati dai cosiddetti baffle, gli schermi d’isolamento utilizzati per evitare che i singoli strumenti entrassero in risonanza. 

L’acquisizione della “Basilica” cade in concomitanza con gli anni chiave dell’evoluzione tecnologica. I primi nastri della “Basilica” sono stati registrati su una macchina a quattro piste della Telefunken. Nel ‘68, la Ampex introdusse il leggendario MM-1000 a sedici tracce. Un modello che ha rappresentato realmente una svolta epocale in termini di qualità audio, che ha accompagnato le registrazioni di Mina nel corso degli anni Settanta, e che, ancora perfettamente funzionante, è stato utilizzato per la digitalizzazione dei nastri originali PDU.

“Salomé” è l’ultimo album mazziniano registrato in “Basilica”. Lo smantellamento risale al 1982. Gli studi chiusero l’attività perché la Curia aveva deciso di non rinnovare il contratto di affitto per destinare la chiesa ad altri scopi. Fu cercato uno spazio su Milano ma, avendo un album da preparare e pubblicare e poco tempo per realizzare il nuovo studio, la PDU optò per una situazione provvisoria su Lugano, dove ancora sono gli studi con, nel frattempo, il trasferimento da quel primo a un secondo studio.

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